La madreperla

Museo
Malacologico
Piceno

 

Le conchiglie sono costituite, per la quasi totalità, di carbonato di calcio in forma di calcite e di aragonite. L'aragonite ha struttura lamellosa, parallela alla superficie interna, costituisce l'ipostraco, ossia la madreperla con la sua tipica iridescenza.
Non tutte le conchiglie hanno la madreperla, ma ve ne sono alcune che, ad eccezione dello strato esterno, sono completamente madreperlacee ed in virtù di questa peculiarità vengono sfruttate per la realizzazione di manufatti preziosi ed utili.
Per far affiorare la madreperla è sufficiente una modesta decorticazione con mola abrasiva o acido corrosivo, eliminando così quello strato di conchiglia non iridescente composto di calcite (ostraco). Talvolta è necessario eliminare anche il periostraco, una sorta di cuticola chitinosa che riveste molte conchiglie.
La madreperla la si trova in bivalvi e gasteropodi, in conchiglie di molluschi marini, ma anche acquadulcicoli, spesso è allo stato puro, altre volte è frammista a calcite quindi con iridescenze irregolari e non sempre spettacolari; in talune conchiglie ha uno spessore considerevole, mentre in altre ha uno strato sottile.
I molluschi bivalvi dotati di conchiglia madreperlacea hanno solitamente la capacità di produrre perle con lo stesso materiale che è in grado di produrre per realizzare il proprio guscio.
La conchiglia migliore e più usata per la madreperla è la Pinctata margaritifera, seguita dal Trocus niloticus (assai conosciuto dai fabbricanti di bottoni), dal Turbo marmoratus e dalle Haliotis.
Posate, bottoni, mosaici, manici di utensili, ventagli, binocoli, intarsi, tasti per strumenti musicali, souvenirs, oggetti votivi, cammei, e collane non sono che una elencazione sommaria di ciò che si fa nel mondo con la madreperla.